Documenti per il Matrimonio
Questo articolo vi propone una piccola “guida” a quelli che sono gli iter burocratici da seguire per il matrimonio civile, quello in chiesa e gli adempimenti obbligatori per gli sposi (o uno dei due) che fossero di nazionalità estera.
La prima cosa da fare è di recarsi all’ufficio competente del Comune con alcuni mesi di anticipo rispetto alla data che avete prescelto per le nozze.
Puo’ andare anche uno solo dei due fidanzati, ma è importante che porti i un documento valido di riconoscimento, sia il suo che quello dell’altro;
Se non si è residenti nello stesso comune, si può scegliere indifferentemente in quale dei due recarsi, i Comuni si trasmetteranno i dati tra loro;
Presso l’ufficio matrimoni, vi faranno compilare un modulo di autocertificazione in carta semplice senza nessun obbligo di apporre bolli e di autenticare la firma;
L’ufficio stesso richiederà tutta la documentazione necessaria e vi diranno dopo quanto tempo ritornare per fissare la data della “promessa di matrimonio”.
Se per determinate circostanze l’autocertificazione non fosse possibile, ecco la lista completa dei documenti necessari:
1. Certificato contestuale: si richiede al Comune di residenza, riporta la cittadinanza, lo stato civile e la residenza anagrafica.
2. Estratto dell’atto di nascita per uso matrimonio, si richiede al Comune di nascita.
3. Se si è cambiato residenza da meno di un anno, è necessario il certificato di precedente residenza.
4. Dichiarazione resa da chi esercita o ha esercitato la patria potestà, che attesti che i futuri sposi non si trovano in una situazione che ne impedisce il matrimonio (parentela, affinità, ecc.). In sostituzione ad essa si può presentare una copia integrale dell’atto di nascita che va richiesta al proprio Comune di nascita.
5. Per i vedovi, copia integrale dell’atto di morte del coniuge rilasciata dal Tribunale del Comune di morte previa autorizzazione della Procura della Repubblica di Competenza.
6. Per i Divorziati, copia integrale dell’atto di matrimonio precedente, con la sentenza di divorzio annotata a margine.
7. Per i divorziati o già coniugati, se non sono trascorsi 300 giorni dalla data di annotazione a margine del proprio atto di matrimonio, bisogna presentare la sentenza di divorzio che va richiesta al Tribunale che l’ha emessa. La donna rimasta vedova o divorziata, deve obbligatoriamente far passare 300 giorni prima di un nuovo matrimonio, tranne che non vi sia stata una separazione pluriennale o una sentenza per impotenza del coniuge (serve ad evitare eventuali dubbi sulla paternità nel caso che la donna risultasse incinta). Il divieto cessa se si presenta un parto o una interruzione di maternità. Se la donna non è incinta, può richiedere l’autorizzazione al Tribunale.
8. Autorizzazione del Tribunale dei minori, per i minorenni che comunque abbiano compiuto i 16 anni di età.
La promessa di matrimonio è il primo atto ufficiale che farete e serve sia per il rito civile che religioso, ha valore giuridico ma non è vincolante;
In pratica è questo: ci si reca al Comune nella data da loro stabilita, o concordata insieme, e lì i due fidanzati in presenza di due testimoni (non essendo necessariamente gli stessi del matrimonio, per questa occasione, si possono scegliere anche testimoni diversi, spesso gli stessi impiegati comunali si prestano a questa funzione) dichiarano di fronte all’Ufficiale di Stato Civile l’intenzione di volersi sposare liberamente e firmano la richiesta per le pubblicazioni civili.
Dopo la promessa, nel Comune di residenza (in entrambi se gli sposi sono di comuni differenti) vengono affisse le pubblicazioni che non son altro che un foglio con su scritti tutti i dati anagrafici ed il luogo dove verranno celebrate le nozze.
Restano esposte per almeno otto giorni comprendenti due domeniche successive e hanno lo scopo di rendere pubblica a tutti l’intenzione di contrarre matrimonio, per dare la possibilità a chi, per qualsiasi motivo, volesse opporsi.
Dopo quattro giorni dalle pubblicazioni, viene rilasciato un nulla osta che è valido per 180 giorni entro i quali il matrimonio deve essere celebrato. Se si supera tale limite, si è costretti a ripetere da capo tutta la trafila.
Se il matrimonio viene celebrato in Chiesa, occorre presentare al Comune la richiesta di pubblicazioni rilasciata dal parroco.
Oltre ai documenti necessari per il rito civile, i principali documenti da presentare per il Matrimonio in Chiesa sono:
1. Certificato di battesimo: si chiede nella parrocchia dove si è stati battezzati;
2. Certificato di cresima: serve solo se la data non è annotata sul certificato di battesimo, la richiesta di questo certificato è un po’ a discrezione dei vari parroci. C’è chi si accontenta che anche uno solo dei due sia cresimato, chi lo richiede per entrambi, e anche chi si accontenta di una “disposizione” a cresimarsi in futuro, dopo il matrimonio;
3. Certificato di stato libero ecclesiastico: questo documento serve se uno dei due sposi (o entrambi) abbia vissuto almeno un anno, dopo il compimento dei sedici anni d’età, in una diocesi diversa da quella attuale; si può sostituire con un giuramento suppletorio effettuato davanti al parroco e a due testimoni;
4. Pubblicazioni religiose: dopo che avete raccolto i documenti, ci si reca dal parroco per un breve colloquio che serve ad accettarsi delle motivazioni degli sposi e dell’accettazione dei vincoli del matrimonio religioso. Dopo di che vengono affisse le pubblicazioni per otto giorni, sia presso le parrocchie dei due sposi che presso quella in cui la coppia si sposerà;
5. Certificato di avvenuta pubblicazione: rilasciato dal parroco una volta scaduti i termini dell’affissione delle pubblicazioni;
6. Attestato di frequenza al corso di preparazione al matrimonio;
7. Stato dei documenti: rilasciato alla coppia che vuole sposarsi in una chiesa diversa della parrocchia di appartenenza; dev’essere consegnato al parroco della chiesa prescelta;
8. Se i fidanzati hanno già figli, e il padre non li ha riconosciuti, deve farlo. C’è un formulario apposito, che il parroco può fornire.
Documenti per il matrimonio
Non di rado capita di assistere in Italia a matrimoni tra stranieri, o comunque dove uno dei due sposi è straniero.
Se appartenete a uno di questi casi è bene sapere alcuni elementi fondamentali riguardanti il matrimonio in Italia.
In Italia sono previste dalla legge tre diverse modalità per sposarsi.
Esistono i riti: Rito Civile, celebrato da un ufficiale civile; Rito Concordatario da un ministro del culto cattolico; Rito Religioso non cattolico da un ministro di culti ammessi.
Le statistiche più recenti indicano che all’incirca due matrimoni su tre si celebrano con il rito religioso, in maggioranza con il concordatario.
Per ciascun rito sono necessari dei documenti da presentare presso gli uffici del Comune. Per il rito civile i certificati sono obbligatori in tutti i casi.
Oltre alle procedure richieste per i cittadini italiani, se siete cittadini stranieri (o perlomeno lo è uno di voi due) dovete adempiere ad alcune formalità specifiche.
Per sposarvi, innanzitutto, è necessario che siate liberi da qualsiasi vincolo matrimoniale (derivante da precedenti matrimoni, da impedimenti di parentela, da infermità mentale…).
Se siete minorenni di età compresa tra i sedici e i diciotto anni dovete richiedere il decreto di autorizzazione del Tribunale dei minori.
Il primo passo consiste nella richiesta di matrimonio che deve essere effettuata presso l’ufficio matrimoni del vostro Comune di residenza. Quindi dovete richiedere l’appuntamento per il giuramento, che si svolge di fronte a un ufficiale di stato civile: durante il giuramento devono essere presenti due testimoni maggiorenni (se sono stranieri, devono essere in possesso del permesso di soggiorno); ricordate che avete la possibilità di effettuare il giuramento alla presenza di un interprete.
Dopo il giuramento, vengono affisse per otto giorni le pubblicazioni presso il vostro Comune: a questo punto viene fissata la data esatta e voi sarete liberi di organizzare il vostro matrimonio senza alcun assillo burocratico.
Documenti per il matrimonio di cittadini stranieri
Per poter effettuare il giuramento e sposarvi, sono necessari: il passaporto valido; il nulla osta rilasciato dal vostro Consolato (o Ambasciata) con firma autenticata in Prefettura se il vostro paese di origine non è un membro dell’Unione Europea; infine, se siete residenti in Italia, i certificati di stato libero e di residenza.
Se desiderate sposarvi in Chiesa con rito concordatario sono necessari anche dei documenti che vi vengono rilasciati dal vostro parroco.
Esistono anche delle eccezioni: queste riguardano i cittadini statunitensi, austriaci, svizzeri; per i rifugiati è obbligatorio il nulla osta rilasciato dall’A.C.N.U.R. (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
Ricordate, infine, che per il giuramento non è necessario il permesso di soggiorno.
Se siete un cittadino straniero residente in Italia, per poter chiedere la cittadinanza italiana a seguito di matrimonio dovete presentare la domanda dopo 2 anni di residenza. Se lo sposo straniero risiede all’estero, invece, occorre che siano trascorsi tre anni dalle nozze.
I documenti necessari sono: quello di nascita, il certificato di residenza, lo stato di famiglia, il certificato di cittadinanza, l’estratto dell’atto di matrimonio, la fotocopia autenticata del permesso di soggiorno.
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